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Pitagora Editrice

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I diari della creatività scientifica e letteraria (1980-2005)

Graziella TONFONI

2005, 224 pagine, formato 16x23 cm., € 15.00
ISBN 88-371-1580-6

Collana "Proposte"

Proprio sulla base dei contenuti, strettamente collegati ad un contenitore che per gli schiacciamenti spaziali ed i richiami temporali richiama le ardite ma ben solide configurazioni architettoniche del Borromini, possiamo sicuramente affermare che si tratta di un particolarissimo romanzo storico, conformato come una serie di frammenti di vero e proprio diario emozionale di una vita scientifica, letterariamente deframmentato e frattalmente riconfigurabile. Dato l’effettivo potenziale di vero e proprio fenomeno editoriale, che può generare e giustificare un dibattito culturale su molteplici linee, destinato a svilupparsi in ulteriori volumi di approfondimento, collegandosi quindi strettamente alle opere letterarie ed ai classici dell’autrice, risultato di una testimonianza scientifica e storica precisa, questo libro può, se lo si vuole, diventare, per risonanza, un fenomeno letterario di ampio respiro e portata critica, nella compagine culturale nazionale. Si tratta infatti anche di un originalissimo fenomeno di narrativa: un libro che prende l’avvio, Borgesianamente, da un meandro di libri ed articoli, con mille possibili percorsi di lettura. Un’opera di narrativa che nasce e si articola negli spazi di chiosa ed anfratti interpretativi che scorrono autonomamente e parallelamente rispetto ad un corpus autonomo, cv+elenco pubblicazioni, burocraticamente normalizzato (adeguamento secondo parametri MIUR). La narrazione, a ritmo intermittente, è realizzata per la prima volta dall’autrice in lingua italiana con quello stile olografico, che si basa appunto sul brevetto scientifico dalla medesima realizzato e per anni praticato esclusivamente fino ad oggi in lingua inglese, nelle sue più avanzate realizzazioni, depositate tutte presso la Library of Congress di Washington. Per la prima volta la scrittura ologrammetrica appare applicata dalla autrice nella sua lingua nativa, per dischiudere al lettore attento e sensibile la traiettoria di una autobiografia che rappresenta anche l’affresco di una intera epoca del pensiero linguistico computazionale. Il libro prevede molteplici percorsi di lettura basati su più linee interpretative sincroniche, che si snodano nello stesso tessuto testuale, e segna le tappe fondamentali della testimonianza scientifica ed oltre, assolutamente unica, dell’autrice, letterariamente trasfigurata in quello che si può propriamente definire come un affresco storico dell’era pre e post web degli anni 1980-2005. Emozione e scienza ed emozione della scienza si intrecciano, intersecano e fondono nella proposta della memoria testuale. ‘Mi sono trovata ad essere partecipe diretta di processi e percorsi fondamentali nella storia del pensiero informatico, nonchè personalmente coinvolta da ormai venticinque anni, ed attiva nella gestione politica della scienza dell’informazione, includendo tutto quanto venivo io stessa costruendo e giorno per giorno sperimentando prima ed applicando poi’. (Coerentemente con le proprie scelte scientifiche ed etiche la stessa Tonfoni, tuttora accademicamente Ricercatore Confermato e Docente presso il Dipartimento di Studi Linguistici e Orientali dell'Università di Bologna e storicamente tutelata dalle Istituzioni Statunitensi di competenza, ha concesso in utilizzo gratuito tutti i propri numerosi brevetti, seguendo lo stile già adottato in merito dall’inventore del web, Tim Berners Lee, secondo lo spirito più autentico che caratterizzava la ricerca più avanzata appunto presso il Massachusetts Institute of Technology ai tempi della formazione prima ed attività poi della medesima presso l’ Artificial Intelligence Laboratory del MIT, appunto. L’autrice fu già vincitrice a Roma nel 1984 del Premio Minerva Donna nella ricerca e nella cultura; nel 2005 le è stato assegnato il titolo onorifico di Distinguished Writer in Residence, ovvero Escritora Residente dal Municipio di Sant Antoni de Portmany, in Ibiza Patrimonio dell’Umanità Unesco a seguito delle sue attività per la promozione della ‘cultura della scrittura’ anche nelle Isole Baleari). Le linee per un dibattito interdisciplinare, di vaste dimensioni e di altrettanto ampia risonanza culturale, che si diramano e dipanano da questa narrativa peculiarissima, al punto da risultare intraducibile, se non affiancata da uno spesso apparato di note, nella sua struttura filamentosa, vera e propria serie di frammenti a chiosa di eventi, sono innumerevoli. Ed ecco emergere pienamente la bilocazione transoceanica, la dimensione interdisciplinare e la fisionomia transculturale: partendo dal forte rapporto fra letteratura e scienza, attraversando con arguzia ed ironia le dolorosissime incomprensioni, rendicontate qui però in modalità piacevolmente leggera, non meno mordace, fino alle fortissime sintonie e presenze afettive, di una intera vita per e nella ricerca. Questo libro è di fatto anche un vero e proprio palinsesto per ulteriori adattamenti. Non si deve dimenticare infatti che ogni frammento contiene in sè ulteriori nuclei di e per altre storie potenziali che possono essere ricostruite a seguito di ulteriori conversazioni ed interviste con la autrice stessa, acquisendo quindi forme narrative autonome e formati indipendenti anche se fra loro collegati e correlati. Conclude l’autrice ..’auspico una comprensione empatica finalmente anche Italiana, basata sulla perlustrazione effettivamente acuta ed affetivamente attenta di quanto scritto e fatto .. anche nella mia città di nascita e non solo, Bologna appunto.’
Prefazione e preraffigurazione: Se, chi intende leggere questo libro, si chiede fino dalle sue prime righe in quale stile, o meglio, in quali stili è pensato e scritto, allora l’autrice risponde che è concepito internamente ed interamente in stile post moderno, post Chomskiano e post Minskiano, post Gaudiano e post Gaddiano, post Calviniano, ed anche, in un certo senso, post Calvinista, poichè senz’altro appartenente all’era post internet e post web e quindi, conseguentemente, anche post Borgesiano. Si può aggiungere che il risultato semantico complessivo e definitivo deriva dalla somma dei contenuti di tutti i libri ed articoli della e dalla autrice stessa citati, moltiplicati per la somma degli eventi pragmaticamente selezionati, qui a seguito sintatticamente e sinopticamente presentati. A tutto ciò si deve aggiungere il miscelamento di altri scritti, non qui visibili, mescolati con altri eventi qui non linearmente riportabili, ma contestualmente comunque riecheggianti. Poi si rovescia il tutto in un caleidoscopio, lo si combina con le varie e diverse metodologie cpp-trs e ctml, dall’autrice medesima costruite e praticate, e lo si centrifuga con le altre, sempre da lei progettate e puntualmente verificate, appunto per discernimento accademico e per discrezione scientifica non esternate. Ne emerge alla fine proprio quello che letteralmente leggete, per procedere poi, con la debita attenzione, a visualizzarne le singole parti nella loro rispettiva tridimensionalità ologrammetrica e polisemica. Tutto questo non sarebbe stato mai possibile, se l’autrice non avesse scoperto ai tempi, precisamente nell’anno 1995, e poi personalmente e quotidianamente praticato, per verificarla pienamente, pianamente e linearmente, esclusivamente a Washington, la effettiva ed efficace trasportabilità della teoria della relatività nel linguaggio naturale, e quindi, nella ristrutturazione del testo, modificando così profondamente tempi e modi di scrittura, e conseguentemente di lettura, per arrivare all’oggi, finalmente e pienamente autorizzata a farlo, alla esplicitazione dei molteplici flussi di corrente interpretativa, basati su particelle lessicali alternate, a differenti voltaggi intenzionali, frasticamente ondeggianti ed interfrasticamente accelerabili, che scorrono senza urtarsi parallelamente nè interferire sincronicamente nei paragrafi, tutti in piena, ma non piana successione, stabilendo, peraltro, così lei stessa, primariamente ed ineludibilmente, la necessità di una autocritica secessione, per definire prima e far comprendere poi, questa sua nuova letteratura ad altissima precisione, che, per comodità di lessico e praticabilità di termini, ha infatti voluto definire letteratura computazionale. I diari della creatività scientifica e letteraria, autobiograficamente concepiti ed ologrammetricamente realizzati dall’ autrice, a seguito di una preliminare ed estesissima pratica della sua originaria teoria e derivata tecnica in lingua inglese, che ha permesso per anni il contemporaneo trasporto di tre linee interpretative parallele nell’amplissimo corpus epistolare olografico inglese della medesima, costituiscono il primo esempio italiano di letteratura computazionale, basato sulla applicazione dei quanta linguistici, che trasmette in questo caso, contemporaneamente, il trasporto di due linee interpretative sincroniche e parallele. La scoperta della granulare discontinuità del testo, che profondamente trasforma i rapporti fra scrittura e lettura provoca la necessità, da parte della stessa autrice, di introdurre precise strutture di interpretazione, solo così rendendo possibile una consistente e corretta attività di commento. Si auspica la continuazione di una coerente ermeneutica, da parte di qualificati lettori, sulla base di nuove forme, modi e modelli di critica scientificamente letteraria da applicare ad una opera letterariamente scientifica ad alta complessità narrativa.
Graziella Tonfoni è Ricercatore Confermato presso il Dipartimento di Studi Linguistici e Orientali dell'Università di Bologna.

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