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Esercizi di meccanica delle strutture.
6
Metodo degli elementi
finiti
Francesco CESARI
2015, 536 pagine, formato 17x24 cm.,
40.00
ISBN 88-371-1914-3
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Questo volume comprende
una serie di esercizi relativi al metodo degli elementi finiti (MEF) e
conclude la collana di esercizi sulla Meccanica delle strutture. Il
MEF è oramai il comune strumento di lavoro per l'analisi di strutture
comunque complesse, con comportamento lineare e non. Si ricorda che
questo metodo, ad eccezione di casi particolarmente semplici, fornisce
una soluzione approssimata del problema, quindi è importante
conoscere la natura e il comportamento degli elementi finiti (MEF)
utilizzati per l'analisi. Per affrontare la soluzione degli esercizi
sono necessarie le conoscenze di base del MEF. Gli elementi
considerati nello svolgimento degli esercizi sono quelli più comuni,
l'elemento asta per lo studio delle reticolari, l'elemento trave per i
telai, gli elementi piani ed assialsimmetrici, gli elementi spaziali e
gli elementi guscio. Gli esercizi proposti sono relativi al calcolo
della distribuzione di temperatura in un solido ed al calcolo di
spostamenti e tensioni in una struttura soggetta a carichi meccanici e
termici, in campo lineare. Nel caso degli elementi monodimensionali
sono svolti anche esercizi relativi al calcolo delle frequenze
proprie, del carico critico e di plasticità. I problemi sono
relativamente semplici, volendo in generale ricavare prima di
tutto la soluzione esatta tramite integrazione di una equazione
differenziale ordinaria, risolvere il problema numerico col MEF
mediante un sistema di equazioni lineari e poi confrontare le due
soluzioni e discutere i risultati ottenuti. Per un confronto più
completo abbiamo svolto i calcoli mantenendo un buon numero di cifre
significative, il che è da escludere nel caso di un calcolo di
progetto. Il numero di elementi da impiegare nell'analisi debbono
essere ridotti al minimo per limitare lo sforzo computazionale poiché
i calcoli sono stati svolti manualmente; solo alcuni esercizi
nell'appendice B sono stati eseguiti con un programma automatico nel
linguaggio di Mathematica. Pertanto la struttura va ridotta per
limitare la dimensione del continuo, ad esempio sfruttando il
beneficio delle simmetrie, sforzo che nell'analisi delle strutture
complesse non viene quasi mai fatto: infatti dal disegno ottenuto col
CAD si passa alla discretizzazione automatica ignorando che la
semplificazione della struttura equivale alla conoscenza a priori
della soluzione sia in termini qualitativi che quantitativi.
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