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Leonhard Euler
tra realt� e finzione
F. DI VENTI, A. MARIATTI
2000, f.to 15x21 cm, pp. 308, 20.00
ISBN 88-371-1202-5
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La storia della vita di Euler � spesso stata presa come
prototipo di dedizione totale al lavoro, di indifferenza verso tutto quel che non �
matematica, di umilt� e di sbadatezza. In realt�, a ben leggere le tante biografie, si
ha limpressione di essere di fronte ad una persona piena di coraggio (ma di un
coraggio umile e schivo, non evidente, non ostentato), piena di lealt� e di
disponibilit� umana. Certo, se si contano le opere di questo personaggio e ci si prova a
ripartirle negli anni della sua vita, si ha limpressione di trovarsi di fronte ad un
lavoratore infaticabile, continuo, costante. Molti Autori pongono laccento sul fatto
che Euler abbia scritto in tutti i campi della matematica, ma in nessun altro. Tuttavia
non bisogna dimenticare lardire intellettuale e la profondit� filosofica delle
famose "Lettere ad una principessa in Germania", unopera che mostra lati
della personalit� di Euler e le competenze che le sole opere di matematica non possono
mostrare. Siamo di fronte ad un grande personaggio, � evidente. Per questo, dunque, la
scelta di puntare lattenzione sulla biografia di Euler � vincente; giovani studenti
di scuola superiore, un po in difficolt� in matematica, che cercano appigli
affinch� questa materia sia considerata affare umano, affare di tutti e non solo di quei
pochi "eletti" che la capiscono, possono davvero, nella vita di Euler, trovare
qualche cosa che li affascini, che li avvinca, che li convinca che la matematica � una
disciplina costruita da esseri umani e non da semidei o alieni; scoprire che grandi
teoremi, con nomi affascinanti, altro non sono se non il frutto di un pensiero, di scelte,
di ricerche compiute da persone normali, che facevano i lavori per campare, che vivevano
vite normali, con mogli e figli, e case e viaggi, non � cosa da poco. Se poi questi
giovani studenti decidono di affrontare questa biografia trasformandola in sceneggiatura
da presentare sotto forma teatrale, allora la cosa diventa entusiasmante. E bene fanno
allora quegli insegnanti che, di fronte al disinteresse pi� totale verso questa
disciplina, decidono di non insistere con il cognitivo esasperato e di diminuire le
richieste formali trasformando le ore di matematica in ore di rigenerazione di interesse
verso la matematica. Cos� fa in Ticino, da molti anni, Filippo Di Venti nelle sue classi
superiori; con i ragazzi studia biografie e storie, trasforma la matematica in sfide
intellettuali, le biografie in sceneggiature e copioni, e porta in giro, per il Ticino e
per lItalia, la matematica e i matematici in teatro. Gli studenti sono costretti,
per scrivere i copioni, a leggere, a porsi domande, a risolvere problemi, a studiare, ad
apprendere; ma la matematica resta come "mascherata" dietro la storia, le parti
formali sono il frutto dellesigenza teatrale, risolvere esercizi � calarsi nella
storia e nelle storie, apprendere � facilitare compiti recitativi. Insomma: certo non
tutta la matematica, ma una sua non piccola e non banale parte viene di fatto trasformata
in storia da recitare. Non solo "cos� almeno un po di matematica si
impara", ma molto di pi� resta della matematica unidea viva,
piacevole, attraente, fatta di esseri umani che hanno pensato e detto delle cose, e non
semplicemente fatta di formule e libri stantii, scritti in lingue inusitate e superate,
inutili, solo ricettacolo di esercizi. Come non riconoscere in questattivit� un
merito infinito? Gli studenti, durante mesi e mesi, parlano di matematica dentro e fuori
dellaula, discutono e raccontano ad amici e parenti qualcosa che, in qualche modo,
ha a che fare con la matematica. In quali altre occasioni questa cosa accade? In quali
altre circostanze la matematica viene narrata in modo costruttivo e positivo? In pi�,
sebbene preparato e costruito da giovani studenti non professionisti, lo spettacolo � di
grande livello, molto convincente, serio, di alta professionalit�. La cura posta nella
stesura della storia, nella trasformazione in sceneggiatura, nella scenografia non danno
limpressione di un gruppo di giovani costretti da un superiore a qualche cosa che
essi non amano; all contrario, limpressione che se ne ricava � di grande
esperienza, di grande seriet�. Molti insegnanti di matematica, dopo lo spettacolo, erano
stupefatti dallaver avuto la dimostrazione che la matematica � in se stessa
raccontabile, affascinante e ricca, piena di risvolti che la possono far amare anche dagli
studenti pi� recalcitranti, basta trovare una maniera. Il teatro � una maniera.
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