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S. Tagliagambe: La didattica e la rete

Recensione da "Rinascita", 26 settembre 2000 di Pasquale Rotunno:
"Scuola professionale, novellla Cenerentola: occorre ripensare l'istruzione professionale per competere sul piano professionale"
[...] Il volume di Silvano Tagliagambe offre molteplici suggestioni per ripensare la scuola italiana. L'autore, uno dei pi� autorevoli filosofi della scienza, sollecita il passaggio da una scuola per tutti a una scuola per ognuno, che si modelli sulle diversit� e le rispetti. Il modello � quello dell'intelligenza distribuita, contraddistinto non pi� dal riferimento privilegiato a un unico soggetto, o a pi� soggetti caratterizzati dal fatto di vedere le cose a partire dal medesimo punto di vista, bens� a pi� centri che operano concorrentemente, costituiti da sistemi concettuali aperti. Il sistema dell'istruzione professionale, nota Tagliagambe, � guardato in Italia con sufficienza (data anche la scarsa propensione della nostra cultura a riconoscere un qualunque valore formativo e teorico alle tecnologie e alle attivit� che presuppongono abilit� e competenze di tipo manuale e operativo). Eppure c'� anche un apprendimento organizzativo frutto dell'inserimento del singolo soggetto in una rete di scambi interattivi e di impegni reciproci tra individui, le cui decisioni sono interdipendenti. Il saper fare e il saper dirigere non scaturiscono automaticamente dal sapere dichiarativo. La formazione professionale deve puntare a far acquisire soprattutto quelle abilit� che non possono essere pienamente spiegate nei termini dei loro particolari. Secondo l'autore, applicare il federalismo al sistema della pubblica istruzione e alla formazione significherebbe non soltanto seguire la via del decentramento di funzioni altriementi gestite a livello centrale, ma implicherebbe il passaggio da una concezione delle funzionalit� che riflette il punto di vista del ministero a una visione in cui emergano come prioritari i bisogni dei singoli sistemi territoriali, in una logica di integrazione con esigenze locali (scolastiche, ma anche comunali, provinciali, regionali). [...] Occorre passare dalla cultura delle mansioni a una cultura delle funzioni. La cellula elementare sulla quale � costruita l'attuale organizzazione scolastica � la classe all'interno della quale l'ora di lezione del singolo insegnante costituisce l'unit� di base di riferimento:"il risultato � stato una tendenza a pratiche eccessivamente individuali di lavoro e alla chiusura dell'insegnante nel rapporto esclusivo con la propria classe nell'ambito dell'ora di lezione." L'istituto deve avere la capacit� di farsi interprete non solo delle proprie singole esigenze come nodo del sistema scolastico nazionale, ma anche dei bisogni distribuiti nel sistema sociale in quale opera.  Questo progetto non pu� essere la sommatoria degli obbiettivi fissati dai singoli docenti senza un dialogo reciproco. Internet pu� costituire una fonte di documentazione e ricerca, integrando la tradizionale consultazione in biblioteca con la collaborazione in rete tra esperti ovunque localizzati da una parte e studenti e insegnanti; sostituendo gradualmente il ciclo classico autore, editore, insegnante-mediatore e studente-lettore. Consulenti esterni potrebbero fornire non manuali o libri di testo veri e propri, ma semilavorati, tracce di lavoro da completarsi e perfezionarsi a cura dell'insegnante nel lavoro quotidiano con la classe. In tal modo il docente e gli studenti potrebbero [...] diventare di fatto coautori e partecipanti attivi alla costruzione di materiale didattico di nuova concezione [...]. A sorreggere il tutto ci deve essere uno scambio costante di esperienze, di informazioni e di conoscenze all'interno degli istituti e tra il sistema scolastico nel suo complesso e l'ambiente esterno nella variet� delle sue articolazioni, scambio sorretto e alimentato dalle tecnologie per la comunicazione e la cooperazione. [...] Attualmente la tecnologia si sta orientando verso prodotti non vincolati a una sola destinazione d'uso, ma progettati in modo da favorire al massimo il passaggio da una modalit� di funzionamento e di utilizzazione all'altra. Bisogna saper trasferire una problematica dall'universo che gli � proprio in un altro contesto e concentrare l'attenzione sui confini e sulle interfacce, pi� che sui nuclei centrali. Pu� la scuola restare estranea a questi processi che attraversano in profondit� il campo della ricerca e lo caratterizzano sempre di pi�? Si rischia di accentuare la distanza tra il sapere che viene praticato nei suoi luoghi di produzione e quello che viene insegnato nelle aule scolastiche. Questa distanza a sua volta comporta automaticamente una rinuncia: la rinuncia degli 800.000 docenti che operano nel mondo della scuola a svolgere la funzione cui possono legittimamente aspirare, [...] quella di intellettuali attivi e responsabili, in grado di valutare i mutamenti e le dinamiche che interessano il mondo della ricerca e di trarne le dovute conseguenze in termini di cambiamenti degli itinerari e dei percorsi della loro attivit� di insegnamento. Fra i molti luoghi comuni che si sentono ripetere c'� anche quello della multimedialit�. Tagliagambe sottolinea che l'applicazione della multimedialit� [...] non pu� essere circoscritta e ridotta al fatto della coesistenza, all'interno di un unico messaggio di testi scritti, di suoni e di immagini. La multimedialit� � invece una sfida in quanto pone esplicitamente il problema della relazione reciproca e delle modalit� di integrazione fra il visivo, il sonoro e il verbale, fra procedimenti della visione, dell'ascolto e della lettura [...]. [...] Nella scuola la multimedialit� non pu� semplicemente essere usata, applicata, essa va invece metabolizzata, digerita sul piano teorico e didattico [...]. La scuola, inoltre, dovrebbe fare spazio anche alle emozioni, avverte Tagliagambe. Le emozioni sono marcatori somatici. Per tenere conto in modo adeguato e completo dell'intelligenza emotiva, � indispensabile fare riferimento non solo ai linguaggi della mente, ma anche a quelli del corpo, in tutta la loro estensione. [...] La tendenza a concentrare l'attenzione, in modo esclusivo, sulla sola conoscenza di tipo dichiarativo e sull'intelligenza cognitiva ha finito col determinare quella che alcuni chiamano "alessitimia", cio� mancanza di parola (lexis) per l'emozione (tymos): una vera e propria forma di analfabetismo emozionale. [...] La finalit� generale cui tendere � quella di massimizzare la cooperazione, la comunicazione, le conoscenze, la comunit�. Un portale per la scuola offrirebbe uno spazio per la formazione di una vera e propria intelligenza collettiva, di un saper pensare , di un saper fare e di un saper decidere in comune. Del resto, ricorda Tagliagambe, il lavoro organizzato contemporaneo, anche quello intellettuale, � sempre pi� assimilabile a una trama fatta di interdipendenze in condizione di simultaneit� e di reciprocit�, dalla quale emergono frequentemente connessioni inedite e imprevedibili.           

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